SOCIOLOGIA GENERALE E POLITICA
Il corso si compone di due parti. Una di sociologia generale e l’altra di sociologia politica. Questa fusione, abbastanza inconsueta, deriva da una esigenza tecnica temporanea: l’indisponibilità, per quest’anno, di un insegnamento autonomo di sociologia generale. Ne è tuttavia scaturita una proposta didattica originale e interessante, con un’unica tessitura concettuale e argomentativa, che è quella che peraltro prediligo come studioso di scienze sociali.
In questo senso, si è individuata come chiave unitaria, come fil rouge di entrambe le trattazioni il concetto di potere in quanto paradigma delle stesse relazioni sociali, e quindi delle relazioni politiche che vi sono correlate come specie a genere, nella forma del potere politico.
L’altro punto di connessione importante è che la sociologia moderna nasce per un impulso che oggi chiameremmo di “antipolitica”. E cioè dalla delusione provocata nei filosofi e negli intellettuali, che nel XIX secolo si dedicava interpretare le “cose” della società, dalle promesse di cambiamento inadempiute o fallite della Rivoluzione francese. Di qui la rivalutazione anche scientifica e culturale della società e dell’economia che – come affermava Marx – “costituiscono il teatro vero della storia”.
Nata dunque sull’onda di un sentimento, per meglio dire di un risentimento contro la politica, la sociologia finisce presto per ricollocare la politica fra i suoi principali fuochi d’analisi, promuovendo la nascita di una disciplina autonoma di grande successo, la scienza politica. Non è un caso che il mainstream della scienza politica contemporanea sia costituito dalla Scuola elitista italiana, non a caso composta da sociologi – come Mosca, Pareto, Michels (e i loro epigoni in Europa e soprattutto in Usa) – che si sono occupati di potere politico ed elite sociali.
Tutto ciò premesso, abbiamo pensato a un programma articolato in due (o tre) parti.
- Una prima parte, introduttiva, in cui si cercherà di ricostruire l’evoluzione storica delle principali categorie d’analisi della sociologia, rielaborate in termini di coppie dicotomiche. Ad esempio: individualismo-collettivismo; azione-struttura; effetti teleologici (funzioni)-effetti di interdipendenza dell’azione sociale (intenzionali e non); potere-autorità; cultura-ideologia; comunità-società; classe-gruppo; società (civile)-(società) politica.
- A partire da quest’ultima contrapposizione, che non è un’invenzione delle scienze sociali ma piuttosto (senza le parentesi) un’eredità della filosofia settecentesca, si affronta l’altra parte del corso che ha come oggetto specifico e specialistico la sociologia politica. In questa parte il tema prescelto è quello del rapporto fra potere politico e stratificazione sociale, quindi il problema della formazione e del ricambio delle élite nelle società complesse.
- Più specificamente: come questi problemi intersecano il nodo delle contraddizioni fra democrazia e merito ovvero, più in generale, fra democrazia e i postulati – liberali – della società “aperta”.